ENDRI ZISI

Intervista al Founder e Art Director di ElitaFIlm:
Andiamo alla scoperta di Endri Zisi, tra passioni per foto, video e la preziosa storia della sua esperienza.

Quando è ora di presentarti cosa ti piace raccontare di te?

Avendo la fortuna di fare un lavoro molto creativo che rispecchia le mie passioni, molto spesso mi ritrovo a parlare di videomaking, fotografia e design poi mi viene fame e parlo di cucina che fortunatamente è rimasta solo una passione.

Quando ti chiedono da dove vieni cosa rispondi?

Bella domanda! Sono nato a Tirana, cresciuto tra Atene e Tirana e da 18 anni vivo a Roma. Anche se rimango molto legato alle mie origini albanesi, per me non è importante da dove vengo ma quale sarà la mia prossima destinazione.

Descrivi brevemente il tuo percorso professionale che ti ha portato alla fondazione di ELITAFILM.

ELITAFILM, ufficialmente è nata 2 anni fa ma già da 5 anni io lavoravo nel mondo beauty come art director pubblicitario. Successivamente il carico di lavoro è aumentato e ho avuto la necessità di trovare dei collaboratori. ELITAFILM come agenzia di video marketing è nata per servire e raccontare il settore della bellezza in Italia e chissà un giorno nel mondo.

Hai 10 anni di esperienza nella pubblicità, quali difficoltà hai incontrato e stai incontrando nel tuo percorso?

Come molti ragazzi dopo la laurea, anch’io ho cominciato la mia carriera da stagista in diverse agenzie creative. All'inizio era tutto estremamente difficile. Anche se all'università e nei master mi ero dato da fare molto seguendo tanti laboratori di design, vfx e montaggio video, il mondo lavorativo aveva delle dinamiche completamente diverse. Chi andava avanti era colui che risolveva problemi che potevano essere di diversa natura, non solo creativi ma anche tecnici, che avevano poco a che fare con il mio ruolo.

I miei clienti hanno dei desideri e degli obiettivi, non sono molto interessati a quale camera o a quale obiettivo utilizzeremo, ma se abbiamo raggiunto l'obiettivo prefissato.

Penso che la difficoltà più grande tra i creativi, la precarietà economica (quando ho iniziato anche la mia), si risolve concentrandosi sui bisogni economici dei propri clienti. Come creativi la maggior parte delle volte siamo concentrati su noi stessi. L’arte è una sorte di catarsi per noi. Questo è molto bello ma l’arte deve essere anche al servizio della società.

Secondo te, il mondo pubblicitario italiano allo stato attuale può essere considerato più inclusivo e diversificato?

Assolutamente si. Ci sono voluti molti anni ma in tutte le campagne che stiamo facendo i clienti richiedono persone di diverse etnie. Noi come agenzia siamo molto contenti perché le persone di diverse culture arricchiscono il messaggio e lo rendono più attuale ed efficace.

Qual è la campagna di cui vai più fiero?

Sicuramente la campagna Re-Bel di Gamax. La campagna dove abbiamo sperimentato di più, dal messaggio fino alle tecniche di ripresa e fotografia.

“Re-Bel” vuol dire desiderio di ribellione e ritorno al bello, due concetti urlati silenziosamente nel materiale pubblicitario attraverso sguardi magnetici, esplosioni di colori e street art.

Infine, se dovessi scegliere solo uno tra fotografia e video, quale sceglieresti e perché?

Il video.

Per una ragione molto semplice: mi permette di veicolare meglio concetti difficili. Se la fotografia ha un potere evocativo molto forte, la videografia trova la sua forza nella narrazione. Anche se in una campagna pubblicitaria utilizziamo tutti e due.

Come ti vedi tra 5 anni?

Come direttore creativo di ELITAFILM, portando i nostri clienti a competere con brand del calibro di Dior, Chanel e Yves Saint Laurent.